I
di Angelica Bianco
Negli spazi di CityLab971, ex cartiera trasformata in luogo di produzioni cinematografiche, artistiche e culturali, lontano dai canonici spazi teatrali romani e in cui bellezza e degrado si confondono, è in scena in questi giorni, fino al 3 dicembre, uno spettacolo davvero interessante e originale: Riccardo III, da un progetto di Luca Ariano e Pietro Faiella che ne è anche interprete. Un grande successo di pubblico che ne ha decretato, dopo il tutto esaurito del debutto, una nuova messa in scena. Nella presente riduzione del testo shakespeariano, il Duca di Gloucester, poi incoronato Riccardo III, è presentato come un gobbo deforme e sciancato, capace di ogni bassezza morale e di malvagità pur di ascendere al potere e diventare il Re indiscusso. Dietro una finta saggezza, fatta di melliflue lusinghe, si nasconde la sua vera natura, quella di un manipolatore corrotto che non esiterà a far uccidere il fratello maggiore, il Duca di Clarence e i nipoti, pur di conquistare il potere. Attorno a lui vagano altri sedici personaggi, distribuiti tra otto attrici e attori, tutti avviluppati nella rete mortifera creata dal Duca. Eppure c’è un forte divario tra i personaggi maschili e quelli femminili di questo dramma, mentre gli uomini, mirano, con insuccesso, a salire sul carro del vincitore e si lasciano irretire dal suo fascino mefistofelico, le donne cercano, in ogni modo, di salvaguardare i loro cari e si mostrano, nonostante il clima di inganni e mistificazioni, solidali le une alle altre. E sarà proprio la forza di queste donne a svelare la verità e a spingere inesorabilmente Riccardo III nel baratro più profondo. Nessuna illusione, nessun trucco sarà più efficace, nessuna minaccia avrà più forza, Riccardo III è un uomo-Re decaduto, finito, senza più accoliti. Il punto di forza di questo dramma, sono gli attori, bravissimi tutti e la scena, che nella sua cruda essenzialità è stata allestita per creare effetti prospettici di forte impatto visivo. Il pubblico viene invitato a sedersi in una platea di 60 posti e ad assistere ad uno spettacolo in cui lo spazio scenico è fatto di pannelli mobili che aprendosi e chiudendosi ridisegnano continuamente lo spazio e le sue regole. Ogni parte del racconto è contrassegnata da un colore diverso e da musiche capaci di creare una forte suggestione. Anche i costumi di Elisa Leclè sono perfetti in questo contesto asettico, panneggi sofisticati dalle linee contemporanee e di vaga ispirazione romana, tutti di un colore chiaro che richiamano le cromie fredde del grigio, quasi a sottolineare il mondo in cui si muovono, affollato di ombre e incubi.
Adattamento e aiuto regia Natalia Magni Scenografia Luca Ariano con la collaborazione di
Alessandra Solimene Costumi Elisa Leclè Luci Luca Ariano Assistente alla regia
Tessa Perrone Responsabile di Produzione Romina Delmonte
Produzione Officina Teatrale di Massimo Venturiello
Con: Pietro Faiella, Roberto Baldassari, Gilda Deianira Ciao, Romina Delmonte, Luca Di Capua,
Lucia Fiocco, Mirko Lorusso, Liliana Massari, Alessandro Moser