Dopo la presentazione al Festival Europeo del Cinema di Lecce, LA PRIMA REGOLA di Massimiliano D’Epiro uscirà nelle sale cinematografiche italiane dal 1° dicembre distribuito da Notorious Pictures.
Il film è una produzione Dinamo Film, Goldenart Production con Rai Cinema in associazione con Notorious Pictures con il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020. Il film, inoltre, è stato sviluppato con il contributo di Apulia Film Commission attraverso l’Apulia Development Film Fund e con l’Apulia Film Forum per la fase di produzione.
Tratto dalla pièce teatrale La classe di Vincenzo Manna, La prima regola è ambientato quasi interamente tra le mura di un istituto di scuola superiore, un “non-luogo” che potrebbe trovarsi in qualsiasi città di periferia, dove un giovane professore incontra ogni pomeriggio sei studenti, sospesi per motivi disciplinari, per un corso di recupero crediti che diventerà, per tutti, un’intensa esperienza di vita. Un dramma a sfondo sociale che riflette sul ruolo dei ragazzi, sull’importanza dell’integrazione e dell’educazione oggi.
“Dopo aver visto la pièce teatrale La classe da cui è tratto il film – commenta il regista Massimiliano D’Epiro – mi sono reso conto immediatamente che la forza del testo risiedeva nella sua testimonianza, una testimonianza asciutta e sincera di quello che succede, o può succedere, in una scuola dei giorni nostri. Il testo teatrale è stato scritto dopo un’indagine statistica condotta su un ampio campione di studenti, sul tema “rapporto dei giovani con la diversità”, e nello specifico con i migranti. Della scuola sappiamo più o meno tutto, dai giornali, dal web, dalle chat dei genitori, ma non dalla voce dei ragazzi che la frequentano, che la vivono ogni giorno, in tutte le sue contraddizioni ed i suoi conflitti, anche razziali. Volermi appropriare di questa tematica non è un atto d’accusa nei confronti di una parte politica o di una categoria, o più in generale della società, è solo voler restituire ad un pubblico, più ampio possibile, una testimonianza sullo stato delle cose”.
Nel cast un gruppo molto assortito di attori: Marius Bizau, Haroun Fall, Andrea Fuorto, Ileana D’Ambra, Luca Chikovani, Cecilia Montaruli,e con Antonia Fotaras, e con Fabrizio Ferracane e con la partecipazione di Darko Peric.
Nel film ci sono alcuni brani scritti, prodotti e interpretati dal co-fondatore e tastierista dei Subsonica, Davide Dileo, in arte Boostache, in particolare per la traccia Come un sasso, lavora insieme a Violante Placido, creando un sound perfetto per trascinare lo spettatore nell’intimità dei personaggi. ll venticinquenne cantautore romano Porto Leon invece presta il suo ultimo singolo San Pietro, con il quale sembra restituire proprio l’urlo delle giovani generazioni, la sua ma anche quella a cui appartengono i protagonisti del film, che vivono con rabbia e senza più spensieratezza.
SINOSSI
Una scuola superiore di periferia. Gabriele, un giovane professore appena trasferito, è chiamato a tenere un corso di recupero per sei studenti “difficili”, sospesi per motivi disciplinari – quasi tutti italiani di seconda generazione. Il Preside è subito chiaro: far recuperare ai ragazzi alcune ore di lezione per l’ammissione agli esami di diploma. Il primo impatto con gli studenti, però, è violentissimo. Nicolas, il più difficile, con pregiudizi profondamente radicati, lo minaccia con un coltello e gli spiega quali sono le “regole” da seguire in quella classe.
Nonostante la sfiducia di Preside e colleghi, Gabriele riesce a conquistare i ragazzi, sia sul piano didattico sia, soprattutto, su quello umano. Sovverte le regole, diventa loro amico. Con tutti tranne che con Nicolas. A pochi giorni dalla fine del corso, lo studente, con l’aiuto degli abitanti del quartiere, provoca degli scontri contro i migranti del campo profughi, detto lo “Zoo”, situato a pochi metri dalla scuola. La tensione esplode rapidamente, e vengono fuori tutte le contraddizioni di una società abbandonata a se stessa e i conflitti che covano dentro ai giovani studenti. La scuola è prima militarizzata, poi chiusa. Il corso di recupero è finito. C’è tempo solo per l’ultima lezione.