di Ettore Nuara
I grandi amori non si dimenticano, si perpetuano nel tempo. Edoardo Guarnera, attore e cantante lirico di spessore (lo ricordiamo nella Madama Butterfly nel ruolo di Pinkerton e nel Don Pasquale di Donizetti all’Opera di Roma) ha coltivato questo grande amore, l’Operetta. Da quando ha conosciuto Sandro Massimini con cui ha lavorato, a ben ragione definito “il re dell’Operetta”. Questa considerazione ci è venuta in mente assistendo alla messa in scena de “La Principessa della Czarda” di Stein, con musiche di E.Kalman al Teatro Arcobaleno di Roma. Uno spettacolo originale, frizzante, ricco di colpi di scena, amalgamato dall’originale regia dello stesso Guarnera, che ha arricchito il testo nella sua rappresentazione con momenti di efficace ironia. Ecco, l’ironia è alla base narrativa del “tutto” e non poteva essere altrimenti perchè “La principessa della Czarda” (andata per la prima volta in scena nel 1915) come tutte le operette è abbastanza datata. Ecco perché Guarnera nel proporla l’ha impostata di gioiosa allegria e puro divertimento. Obiettivo centrato. E veniamo al fatto. Al Teatro Orpheus di Budapest entusiasma una cantante/ballerina Sylva (Annalena Lombardi). E’ una donna bella, affascinante, seducente, di cui è innamorato il principe Edviro (Edoardo Guarnera). I due innamorati vivono d’amore e d’accordo, ma la loro unione è ostacolata dalla madre del principe, Cecilia (Patrizia Tapparelli) autoritaria e dispotica che al figlio intende dare in sposa la dolce e remissiva Stasi (Mariella Guarnera). Stasi però ha intrecciato una relazione amorosa con il cantante Boni (Matteo Micheli) così, senza esserne troppo convinta. I contrasti tra Edvino e la madre Cecilia diventano sempre più difficili ed esasperati, tanto che gli amici e tutta la Corte ne è turbata. Occorre rimediare a questa situazione incresciosa. Ed allora, tra tante difficoltà, si prodigano il generale Rohnsdorf (Armando Giacomozzi) e il barone Feri (Vincenzo Pellicanò), che fanno di tutto per convincere Cecilia, la madre di Edvino, che la donna giusta per il figlio è proprio Sylva, la principessa della Czarda. Tra rinunce e pacificazioni e schermaglie amorose, la situazione evolve al meglio nel senso che Edvino può coronare il suo sogno d’amore con Sylva e la dolce Stasi accettare la corte del Conte Boni. E così tutti vissero felici e contenti, come recita il detto popolare. Nobilitano il racconto le musiche di Emmerich Kalman, a volte epica, a volte sentimentale, con suggestioni pucciniane. Come non ricordare il duetto tra Annalena Lombardi e Edoardo Guarnera “Spesso il cuore si innamora” e l’altro duetto tra Mariella Guarnera e Matteo Micheli in “E’ questo l’amore sciocco” con contaminazioni mirabili con il Coro di Angioletti, la romanza “Eri tu”, ovvero dolcezze, tratto dal ballo in maschera di Verdi, cui dà lustro la voce di Edoardo Guarnera e la possente tonalità di Mariella Guarnera, nell’aria del “Sansone e Dalila”. E poi davvero sorprendente è la presenza del soprano Graciela Durbessan che canta per la gioia degli invitati un brano tratto dai racconti di Offenbach “La bambolina meccanica”, una bambola che quando si interrompe riesce a riprendersi con una carica a molla. E veniamo agli intepreti. Annalena Lombardi e Edoardo Guarnera offrono con la loro presenza scenica e la loro voce credibilità e vere emozioni ai loro personaggi. Annalena dimostra di essere una vera protagonista dell’operetta e Edoardo ha stile e carisma, come la sorella Mariella che si conferma con la sua tonalità di mezzo soprano un talento indiscusso per capacità recitative e emozionali. Una sorpresa Matteo Micheli che offre il ruolo di Boni, un godibile coinvolgimento. Ottimi Vincenzo Pellicanò, Armando Giacomozzi e Patrizia Tapparelli, la madre dispotica. “La principessa della Czarda” nella sua rappresentazione è ricca di fascinazioni e questo per la scena e per i costumi che Edoardo Guarnera ha prelevato dalla Fondazione Massimini. Edoardo Guarnera si è giovato per la regia di Michela Pavese , per la coreografia di Eleonora Pedrini che ha diretto splendide fanciulle come Mara Miglio, Noemi di Dio, Roberta Rossi, Fabiola Zossolo ed anche nella danza Eleonora non si è tirata indietro… E’ stato uno spettacolo affascinante e faticoso da allestire, perché la Compagnia Guarnera non ha ottenuto contributi. Peccato, L’operetta vive per i soliti appassioanti che ne apprezzano le musiche e i contenuti. Tra i tanti appassionati ci siamo anche noi.