In prima TV domenica 24 novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno
Disponibile anche on demand su Sky e NOW TV
Roma, 18 ottobre 2019. Presentata in anteprima ad Alice nella città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata alle giovani generazioni, la nuova produzione originale Sky MOLLAMI, il road movie young adult dalle inaspettate venature fantasy che sarà trasmesso in prima TV domenica 24 novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno, disponibile anche on demand su Sky e NOW TV.
Mollami è una commedia Sky Original e Italian International Film, società controllata da Lucisano Media Group, prodotta da Fulvio e Federica Lucisano. Alla regia Matteo Gentiloni, che esordisce dietro la macchina da presa di un lungometraggio e firma la sceneggiatura con Andrea Agnello, Daniela Gambaro e Federico Fava. Oltre al regista, anche la protagonista Martina Gatti è al suo primo film e sarà accompagnata da Alessandro Sperduti. Nel cast anche Maria Chiara Giannetta, Caterina Guzzanti e Gian Marco Tognazzi, oltre a Neri Marcorè che presta la voce a Renato.
SINOSSI
Valentina ha 17 anni, molti problemi, tanti casini e un senso di colpa unico. Unico perché, da quando il fratellino è morto tuffandosi da una scogliera per una sfida con lei, si trova a convivere con Renato, un enorme pupazzo “morbidoso” che solo lei può vedere. Per farlo sparire e stare tranquilla almeno un attimo, si droga con la PCP, un oppiaceo derivato dalla morfina. Ma forse stavolta ha oltrepassato il limite: ha infatti diffuso intenzionalmente un proprio video hard che è diventato immediatamente virale, troppo virale. Per questo il padre, prestigioso avvocato della capitale, decide di mandarla per il resto dell’anno scolastico in un collegio austriaco per punirla e per allontanarla in un momento così “imbarazzante”. Valentina e il padre
hanno da sempre un rapporto difficile: non l’accompagnerà nemmeno al collegio, ma incarica un suo praticante di farlo. Si tratta di Antonio, lo schiavo dell’ufficio, uno sfigato che sopporta le umiliazioni del padre di Valentina nella vaga e vana speranza di una promozione. Così inizia il viaggio in auto dei nostri due protagonisti, o meglio tre, Valentina e Antonio non saranno soli, saranno accompagnati nel loro viaggio da un terzo incomodo tanto indesiderato quanto ingombrante, l’esuberante e peloso Renato, unica vera costante nella vita di Valentina. Ciò che la ragazza però ancora non sa è che Antonio non la sta portando in collegio, ma in un centro di riabilitazione. Di sicuro quando lo scoprirà per Antonio non sarà facile contenerla.
I PERSONAGGI
Valentina, 17 anni, viene spedita in un rehab in Austria, dopo che un sex tape che la vede protagonista, diventa virale. In realtà suo padre, il rigido avvocato Cordiale, non ne può più dei comportamenti di Valentina e ha incaricato uno dei suoi giovani praticanti, Antonio, di accompagnarla in macchina da Roma, fingendo che si tratti di un trasferimento in collegio. Il vero motivo invece è che Valentina fa uso quotidiano di PCP, una droga sintetica, per cercare di dimenticare un trauma della sua infanzia e soprattutto di mandare via Renato, il pupazzo blu peloso di due metri che vive nella sua testa.
Antonio, 28 anni, è un praticante avvocato sottopagato e sfruttato da Cordiale. Sul lavoro cerca di farsi affidare un incarico importante e l’occasione per consolidarsi agli occhi del capo è quella di accompagnare la figlia ribelle in un centro per disintossicarsi in Austria. Ma la missione si rivela più complessa del previsto: Valentina riesce a scappare costantemente dal suo controllo. Nel viaggio Antonio dovrà fare i conti con la sua integrità e mettere in discussione per la prima volta in vita sua che tipo di uomo vuole diventare.
Renato è un pupazzo blu di due metri che vive nella testa di Valentina praticamente da sempre. Solo lei può vederlo. È cinico, cattivo, piuttosto sboccato nel linguaggio, è ipertrofico, ha sempre voglia di mangiare, di toccare Valentina e darle fastidio in generale. Non manca mai di ricordare a Valentina che è colpa sua se suo fratello sia morto mentre stavano giocando insieme da piccoli. Qualunque tentativo di Valentina di uccidere Renato negli anni si è rivelato un buco nell’acqua. Ma forse questa è l’ultima avventura per gettarselo definitivamente alle spalle.
Cordiale, il papà di Valentina, è un importante avvocato romano che gestisce un grande studio legale. Quando scopre che un sex tape della figlia è diventato virale, decide di spedirla a sua insaputa in un rehab per disintossicarla dal PCP, una droga sintetica. All’apparenza, sembra essere un uomo troppo cinico e occupato per occuparsi degli altri, ma in realtà nasconde la sua umanità.
Elena è la storica fidanzata di Antonio. Come lui, lavora come praticante nello studio legale di Cordiale, ma sembra essere preferita rispetto ad Antonio.
Elisabetta è la mamma di Valentina. Ha abbandonato la famiglia dopo la tragedia del figlio e non ha più cercato di contattare la figlia e l’ex marito. Ha cercato di rifarsi una vita il più normale possibile in un paesino della Puglia. Sta con un altro uomo e fa la parrucchiera. Nasconde una fragilità psicologica e affettiva forse insormontabile.
NOTE DI REGIA
Se ripenso oggi al percorso che ha portato Mollami dal soggetto al film, ho l’impressione che tutto si sia sviluppato attorno all’idea del personaggio di Renato, il senso di colpa di Valentina: un mostro blu elettrico, tanto “coccoloso” quanto asfissiante, inopportuno, molesto. Come se prima venisse lui, e poi tutto il resto. No, non è andata proprio così, come direbbe Valentina. La prima volta che ho letto il soggetto, ormai quasi quattro anni fa, la morte del fratello non c’era, così come tutte le conseguenze che ne scaturiscono. E non c’era Renato. Abbiamo iniziato ad arricchire il film, stesura dopo stesura, di temi e conflitti più profondi, accettando la sfida di trattarli con un tono divertito e a volte spensierato. Ma come raccontare i pensieri e il conflitto interiore di Valentina senza sembrare pretenziosi e appesantire la storia? Come renderli chiari senza essere didascalici? Ecco, solo in quel momento è arrivato Renato: ci ha permesso di far interagire Valentina con il suo senso di colpa, in modo originale, strappandoci al tempo stesso un sorriso. Quindi, non posso dire che tutto sia partito da lui, ma di sicuro Renato ci ha permesso di ripensare completamente il film, e di farlo rivivere, non solo dal punto di vista narrativo. È stato infatti anche l’ispirazione per la maggior parte degli aspetti visivi che caratterizzano il film.Ho voluto immaginare che la sua presenza avesse contaminato il mondo di Valentina: per questo il blu del pelo viene ripreso sia in fase di color correction (virando i toni grigi verso il blu), così come da numerosi elementi scenografici e dalla presenza costante di specchi d’acqua, altro leitmotiv tematico importante del film. Dal punto di vista del linguaggio, invece, ho cercato di allontanarmi dagli stereotipi con cui vengono raccontate oggi molte storie giovanili. Al disordine come cifra stilistica e bandiera dell’autenticità, ho preferito un approccio più classico, composto e formale. Ho voluto inoltre evitare in tutti i modi la presenza di effetti digitali, senza tuttavia rinunciare ad alcuni elementi di modernità. Per questo le frasi che commentano e accompagnano il film non sono mai grafiche in sovrimpressione ma diventano elementi diegetici all’interno delle scene.
Matteo Gentiioni
LA REALIZZAZIONE DI RENATO
Per la realizzazione del personaggio Renato del film Mollami tutto il team di Makinarium ha dovuto accettare una sfida veramente grande: far recitare un personaggio “pupazzone” per un intero film. Un’operazione molto delicata ma anche infinitamente grande nel suo impatto poetico. Si è dovuto creare un vero e proprio sistema di controllo dell’animazione facciale della creatura. Nato dalle ricerche della Factory Makinarium, il sistema di controllo è stato prototipato appositamente per il film. A stretto contatto con la visione del regista e con tutte le necessità di recitazione che il film comportava, dopo aver eseguito il design del nostro personaggio, ci si è subito messi all’opera affinché dentro un costume così volumetrico oltre a due attori mimo si potessero muovere delle meccaniche invisibili. Un animatronico che, grazie a sistemi di simulazione dell’espressione mimica nati in CGI, mediante il sistema di controllo MAKS ha permesso ai due nostri puppeters di sincronizzare le battute in scena. Per metà uomo e per metà robot, il nostro protagonista è stato interamente disegnato, scolpito, formato, costruito in ogni suo motore, in ogni sua meccanica ed ogni controllo fino alla programmazione a distanza per vivere fisicamente e realmente sul set come un attore vero. Siamo orgogliosi di aver introdotto una nuova opportunità per il cinema italiano affinché i personaggi di fantasia possano realmente interagire sul set come attori con gli attori e anche rivendicare i propri diritti.
Makinarium