di Ettore Nuara
“Signorina, vuol ballare con me?”. “Grazie, preferisco di no”. Mi meraviglio signorina, lasci da parte il ritmo e il senso della canzone di Adriano Celentano, abbandoni ogni timidezza e si esibisca nel ballo, perché il ballo è vita, come afferma Milly Carlucci nel suo libro, appunto, “La vita è un ballo”. Formidabile Milly! Instancabile e determinata, non soltanto continua ad occuparsi della trasmissione del sabato sera “Ballando sotto le stelle”, che dura ormai da 14 anni, ma ha trovato il tempo per dare alle stampe un racconto piacevole, interessante ed intrigante su vari stili di ballo che sono in voga in questi tempi. E ci sembra che Milly, nello scrivere questo libro, abbia preso in considerazione la massima di Sant’ Agostino che afferma:”Lodo la danza perché libera l’uomo dalla pesantezza delle cose e lega l’individuo alla comunità. Lodo la danza che richiede tutto, che favorisce salute e chiarezza di spirito e che eleva l’anima”. Ma Milly va oltre ed esprime il suo pensiero. “Che sia valzer, o break-dance, quickstep, o cha-cha-cha, il ballo è pura passione. Può rappresentare la vocazione di una vita o semplicemente un modo di vivere più intenso, di superare un dolore o una difficoltà, di stare insieme agli altri con allegria e creatività, di esprimere quanto di più profondo e insieme lieve abbiamo in noi”. E per dare caratteristiche precise e riferimenti condivisibili alla stesura del libro, Milly afferma che “dalle luci di Blackpool alle strade del Bronx, dai quartieri di Buenos Aires, alle strade della Romagna, dalle balere alle più prestigiose accademie, ha raccolto sogni e aspirazioni intrecciandoli in una storia che attraversa grandi epoche e grandi personaggi, divi, artisti e gente comune, per arrivare sino a noi. Di capitolo in capitolo, di stile in stile, di passo in passo “La vita è un ballo” ci fa volteggiare per l’Italia e per il mondo, fino a riportarci alla nostra quotidianità, per scoprire che il ballo può divertirci, impegnarci, distrarci, guarirci. E rendere più leggero il ritmo del nostro cuore”. E’ un libro che si legge d’un fiato, scritto con mano leggera, piacevole e appassionata. Tutti sono in grado di ballare, anche coloro che sono afflitti da disabilità, o malfermi in salute. In questo caso abbiamo espresso la nostra perplessità al professor Landi che al Gemelli si occupa di salute degli anziani. Il professor Landi, da medico specializzato, ci ha fatto presente che il ritmo del ballo, il suo progressivo movimento, il suo essere aggregante e socializzante, offre a chi soffre di patologie inerenti alla terza età uno stato di miglioramento complessivo della salute, un appagamento interiore ed una esistenza con un ritmo neurovegetativo soddisfacente. Quindi il ballo dovrebbe far parte della nostra quotidianità. Sembra che i cultori del ballo abbiano superato gli appassionati del gioco del calcio, per questo suo approccio piacevole e gratificante. E la trasmissione del sabato sera “Ballando sotto le stelle” ne fa fede. Da che deriva tutto questo grande successo? E’ presto detto. Dalla convincente professionalità dei maestri, ballerini di livello internazionale e da principianti, più o meno noti, che con il passare delle puntate dimostrano di saper ballare; dagli stili del ballo, dalla musica riprodotta dall’orchestra di Paolo Belli, dalla severità, protervia, sadismo, antipatia, della giuria. Antipatia delle giurie? Sì, ed proprio questo un fattore importante del successo!