di Giuseppe Manzo
L’intenso e commovente film intitolato “La teoria del tutto” racconta la vita dello scienziato di fama mondiale Stephen Hawking, scomparso un anno fa. Il film, riproposto il 14 marzo sulle reti Mediaset, è tratto dal libro autobiografico “Verso l’infinito” pubblicato nel 2015. Autrice l’ex moglie di Hawking, Jane Wilde, 75 anni, che lo aveva sposato nel 1965 e gli era rimasta accanto per 25 anni, nonostante la grave malattia che aveva colpito l’astrofisico, sacrificando tutta se stessa e i suoi studi di letteratura medioevale.
Le due ore del film hanno inizio con un’ambientazione tipicamente inglese, anni sessanta, con il racconto della vita spensierata del giovane e brillante studente di Oxford Hawking, proveniente da una famiglia benestante e colta. Iscritto alla facoltà di fisica e matematica, si ammalò a soli ventuno anni di SLA, con una diagnosi senza speranze e una promessa di vita di soli due anni. La sua fidanzata lo sapeva ma volle sposarlo lo stesso, contro ogni previsione, donandogli con grande amore tre figli e le cure necessarie per permettergli di continuare a studiare e fare ricerca e regalandogli, probabilmente, molti anni di vita.
Infatti, nonostante le più nere previsioni dei medici, Hawking morì a 76 anni: un miracolo della ricerca medica, dell’assistenza amorevole di Jane e forse del suo attaccamento alla vita, motivato fortemente dagli obiettivi di ricerca sull’origine dell’universo e sul tempo, sui buchi neri e per finire sulla cosiddetta “teoria del tutto”. L’ipotesi di poter formulare una teoria fisica generale e unificata, in grado di comprendere tutto quanto presente nell’Universo. Lo sforzo di Hawking era teso, in particolare, ad unificare le due teorie fondamentali parziali attraverso cui viene descritto l’Universo: relatività e meccanica quantistica.
Tornando al film, dopo 25 anni di matrimonio, Jane e Stephen decisero dolorosamente di separarsi avendo trovato entrambi, in altri compagni, il sostegno per continuare piacevolmente la vita. Fu così che Hawking sposò nel 1995 la sua infermiera e assistente Elaine Mason, con la quale si era trasferito in California. Intanto, purtroppo, la sua malattia peggiorava progressivamente non impedendogli però di insegnare e continuare, con una squadra di validi assistenti, le sue ricerche che lo hanno reso famoso in tutto il mondo e premiato con altissime onorificenze. Tra queste, purtroppo, non ci fu il premio Nobel, nonostante la fama dello scienziato e l’impatto delle sue ricerche sulla fisica teorica.
Il professor Stephen Hawking è stato magistralmente interpretato, nel film del 2014 di James Marsh, dall’attore e modello britannico Eddie Redmayne, interpretazione che gli valse nel 2015 il premio Oscar, un Bafta e un Golden Globe. Il ruolo della prima moglie è stato altrettanto magnificamente interpretato dall’attrice britannica Felicity Jones, candidata per questo ruolo all’Oscar e ad altri importanti riconoscimenti.
Alla lavorazione del film presero parte non solo Jane Wilde, autrice del libro dal quale “La Teoria del tutto” è tratto, ma anche lo stesso Hawking, presenze che assicurarono una fedele ed equilibrata interpretazione dei fatti della vita del grande astrofisico. Una vita che fu così difficile e altrettanto meravigliosa. Un bellissimo film autobiografico, da ritrovare per chi non lo avesse ancora visto, che ci lascia nel cuore una verità non scontata: la realtà a volte può essere più bella dell’immaginazione.