di Angelica Bianco
Fiore di cactus è uno straordinario testo teatrale, un classico della commedia “brillante”, che da più di cinquant’anni viene rappresentato, sui palcoscenici di tutto il mondo, con grande successo sia di critica che di pubblico. Dalla pièce di Pierre Barillet e Jean Pierre Gredy è stato tratto, nel 1969, l’omonimo film, diretto da Gene Saks, con Walter Matthau, Ingrid Bergman e una giovanissima Goldie Howan. Questa deliziosa commedia, in scena al Teatro La Cometa fino al 22 ottobre, alterna momenti sentimentali ad altri più scanzonati e con grande naturalezza riesce a raccontare, senza darlo troppo a vedere, grandi verità sulla vita, sull’amore, sul dolore e su tutte le debolezze umane. La storia, piuttosto articolata, racconta le imprese amorose di Giuliano Foch, facoltoso e farfallone dentista quarantenne, allergico al matrimonio. Per evitare di accasarsi, fa credere, alla sua amante Tonia, di avere moglie e tre figli. Ma quando la donna, a causa di un appuntamento mancato, tenta goffamente di togliersi la vita e viene salvata da Igor, suo vicino di casa, Giuliano, divorato dai sensi di colpa, promette di sposarla. Prima però dovrà fingere di divorziare. La scrupolosa Tonia vuol esser certa che la moglie tradita non abbia nulla in contrario e chiede di conoscerla personalmente. Giuliano, prigioniero delle proprie bugie, è costretto a inventarsi una consorte per presentarla a Tonia. Pensa subito a Stefania Cingotti, la sua burbera infermiera, ispida come l’amato cactus che tiene sulla scrivania e innamorata segretamente di lui. Stefania, però, è anche una presenza preziosissima nella vita di Giuliano, provvede, da brava stakanovista, al regolare svolgimento della sua giornata. Lo aiuta in studio, prepara per lui panini esagerati con ben quattro uova sode, gli compra camicie, calzini, gli ricorda gli appuntamenti, insomma una collaboratrice indispensabile e insostituibile. Alla fine, dopo uno spassoso gioco di divertenti equivoci, il castello di bugie del dottore crollerà e le “affinità elettive” fra i vari personaggi finiranno per trionfare. Giuliano si innamorerà di Stefania, mentre Tonia si consolerà tra le braccia di Igor. Un finale imprevedibile che segna anche la metamorfosi della rigida e urticante signorina Cingotti, in donna attraente e sensuale, esattamente come il fiore, che sboccia all’improvviso in cima al suo cactus. Uno spettacolo estremamente empatico che sa creare una sinergia perfetta tra attori e pubblico.
Musiche a cura di Stefano De Meo; scenografia di Adriano Pernigotti; costumi di Rosita Longhin; luci e fonica Samuel Donà.
Maximilian Nisi e Benedicta Boccoli, al Teatro della Cometa di Roma, dal 4 al 22 ottobre con Fiore di Cactus di Pierre Barillet e Jean-Pierre Grédy. Con Anna Zago, Piergiorgio Piccoli, Daniele Berardi, Thierry Di Vietri, Matteo Zandonà, Anna Farinello, Ilaria Pravato, Federico Farsura. Regia di Piergiorgio Piccoli ed Aristide Genovesi; Produzione Teatro de Gli Incamminati; Compagnia THEMA TEATRO
Angelica Bianco