Il produttore Valsecchi spiega il suo progetto di film sul Rigopiano


 

A seguire l’annuncio della Taodue, che ha iniziato a raccogliere materiale per un progetto dedicato ai drammatici eventi accaduti in Abruzzo, il produttore Pietro Valsecchi precisa: “prima di tutto vorrei ringraziare il Corriere della Sera che oggi ha dedicato un articolo molto equilibrato in prima pagina al nostro progetto. Vorrei specificare che era da tempo che stavo pensando di raccontare il lavoro di chi fa parte della macchina dei soccorsi (Protezione Civile,  Vigili del Fuoco, Carabinieri, Guardia di Finanza, Soccorso Alpino, volontari, personale medico e paramedico).
Queste persone rappresentano la parte migliore di un paese in cui  le calamità naturali vengono purtroppo amplificate nei loro effetti tragici dalla negligenza o dalla corruzione. Sono convinto che il loro impegno meriti di essere raccontato, allo stesso modo in cui ho raccontato nel mio lavoro di produttore, la dedizione e il coraggio di poliziotti, carabinieri, magistrati ma anche di persone della società civile come i giuslavoristi Biagi e D’Antona uccisi dalle BR, l’imprenditore Libero Grassi e il giornalista Mario Francese, assassinati dalla mafia.
Credo infatti che raccontare a milioni di persone l’abnegazione e il coraggio di persone reali possa dare dei necessari punti di riferimento ai giovani, a noi e alla politica, in un periodo in cui abbiamo pochi esempi da seguire. Saranno questi “eroi” i protagonisti della nostra storia, dove non avrà invece spazio alcun  indugio voyeuristico sul dolore, quello a cui purtroppo abbiamo assistito in molti programmi tv in quelle ore drammatiche;  sarà  infatti importante nel nostro progetto il tentativo di  ricostruire con precisione e lucidità le dinamiche di questa tragedia e capire se si sarebbe potuta evitare.
Credo che questo sia il modo migliore per riconoscere il lavoro dei soccorritori, che ogni giorno, in silenzio e in ogni angolo del paese, agiscono per la collettività. Con questo progetto vorrei mantenere viva la memoria, in un paese che dimentica tutto troppo velocemente. Mi rendo conto che la tempistica della comunicazione del progetto possa essere “mal interpretata”, ma il mio intento  non è mai stato quello di realizzare un “instant movie” per sfruttare l’onda emotiva della tragedia, ma sarà al contrario di costruire un’opera meditata e approfondita, che, come quelle che ho realizzato in tutta la mia carriera (da Uno Bianca a  Nassiriya, da Paolo Borsellino al  film su Giorgio Ambrosoli e a quello su Papa Francesco  per citarne solo alcune), hanno sempre rispettato la memoria delle vittime e il dolore dei familiari; e infatti è sempre stata riconosciuta l’onestà delle mie intenzioni, proprio perché sono state opere meditate, approfondite e girate da grandi professionisti. Su questo mi impegno e sono pronto ad ascoltare tutti coloro che hanno vissuto quelle ore drammatiche in modo che non venga dimenticata la voce di nessuno. “

 

 

 

 

Author: redazione