Stop alla macellazione degli animali: lo chiede B.B. per i suoi 80 anni

 

Buon Compleanno Brigitte! Oggi, 28 settembre,  l’icona sexy degli anni ’50 e ’60 della nouvelle vague francese e non solo, eletta dea del sesso, compie 80 anni! Per l’occasione chiede un regalo speciale:

“Chiedo al presidente Hollande che venga vietata la macellazione rituale degli animali … E poi, chiedo di trattare i cavalli come animali di compagnia, in modo che smettano di essere mangiati. Se non vincerò queste battaglie, la mia vita sarà stata un fallimento”.

Brigitte Anne Marie Bardot, anche conosciuta come B.B. (“Bri-Bri” da bambina) (Parigi, 28 settembre 1934), è un’attrice, ex modella, cantante, ballerina e attivista francese. Dopo gli esordi come danzatrice classica, diviene prima modella, posando per svariate copertine di riviste di moda, quindi attrice e infine, dal 1962, cantante. Negli anni del successo si consacrò come un’icona sexy. Dal 1962, inoltre, è un’attivista per i diritti degli animali, attività che l’ha assorbita completamente a partire dal suo abbandono del cinema avvenuto nel 1972.

Figlia dell’industriale Louis “Pilou” Bardot (18961975) e di Anne-Marie Mucel (19121978), grazie alla sua bellezza e sensualità comincia nel 1952 a fare del cinema, comparendo nel film Le Trou Normand. Pur in un periodo di grande sviluppo del cinema europeo, la sua ascesa è comunque straordinaria: è una delle poche attrici europee a catturare l’attenzione dei mass media negli Stati Uniti. Lei e Marilyn Monroe diventano icone della sessualità femminile degli anni cinquanta e degli anni sessanta e ogni sua apparizione pubblica negli Stati Uniti viene seguita dai mass media.

Brigitte Bardot nel film Erasmo il lentigginoso (1965)

I suoi primi film, quale ad esempio Manina, ragazza senza veli (1952), così come le sue apparizioni a Cannes e in numerosi album fotografici, contribuiscono alla diffusione del bikini. Brigitte è anche una delle prime a esibire, in qualche occasione, il monokini. In Francia, dove il topless è già allora abbastanza comune, la cosa non suscita particolare scalpore, ma negli Stati Uniti d’America viene considerato scandalosa. La moda eccentrica degli anni sessanta le si addice tanto da diventare, al pari di Marilyn Monroe e Jackie Kennedy, un soggetto dei dipinti di Andy Warhol.

I suoi film dei primi anni cinquanta sono per lo più storie romantiche poco impegnate, alcune delle quali a sfondo storico, in cui la Bardot interpreta spesso la parte di un’ingenua eroina o di una sirena d’amore. Appare in piccole parti in tre film in inglese: Elena di Troia (1954), prodotto dalla Warner Bros, in cui, dopo aver quasi ottenuto la parte di protagonista, appare invece come ancella di Elena;Atto d’amore (1954) e la commedia Dottore in alto mare (1955), entrambi accanto a Dirk Bogarde. Dopodiché anche i suoi film in francese vengono distribuiti internazionalmente.

Ma Roger Vadim non è soddisfatto di ciò: in questi anni i registi e le star francesi della Nouvelle Vague sono molto apprezzati a livello internazionale, ed egli pensa che la Bardot non sia adeguatamente valorizzata. Cercando di promuoverla come attrice impegnata, la scrittura così in Piace a troppi, dove recita accanto a Jean-Louis Trintignant. Il film, che narra la storia di una disinvolta adolescente che vive in una piccola e rispettabile cittadina, diventa un grande successo internazionale, trasformando l’attrice in una celebrità mondiale. In questo periodo girano voci di una sua relazione con il co-protagonista Trintignant, che poi si riveleranno fondate. Il film, spesso ritenuto, a torto, il suo primo lavoro (in realtà era il diciassettesimo) la lancia nel grande cinema.

Brigitte Bardot nel 1968

Vadim le procura inoltre un invito a Hollywood, dove viene giudicata troppo risqué da gestire: il cinema statunitense è ancora sotto le ferree regole del Codice Hays e perciò sono favorite attrici acqua e sapone come Doris Day, che rappresenta la perfetta moglie americana, mentre già Jane Russell, che in La linea francese (1953) mostra l’ombelico, viene considerata aver osato troppo. L’erotismo vellutato di Brigitte Bardot in Mademoiselle Pigalle (1956) va bene al box office, perché chiaramente etichettato come “europeo”. Peraltro la limitata conoscenza dell’inglese da parte della Bardot e il suo forte accento, delizioso alle orecchie degli uomini, non la favoriscono certo durante il suo soggiorno hollywoodiano. Ad ogni modo, una volta rientrata in Europa, la sua immagine pubblica ne trae giovamento, e quando, all’inizio degli anni sessanta, Hollywood cede per qualche tempo il passo, Brigitte Bardot viene indicata come dea del sesso del decennio. Questo è anche un periodo di disaccordi sulla direzione da dare alla sua carriera: i suoi film acquistano spessore, ma ciò la sottopone a una maggiore pressione, dal momento che, pur inseguendo l’approvazione della critica, gran parte del mondo continua a vedere in lei una modella glamour.

Vita privata (1961), diretto da Louis Malle, contiene più di un elemento autobiografico. La scena in cui, rincasando, il personaggio interpretato dalla Bardot incontra una signora di mezz’età che la insulta, è basato su un episodio realmente accaduto, e getta una luce sugli aspetti meno noti della celebrità a metà del XX secolo. Poco tempo dopo, Brigitte Bardot si ritira nel Sud della Francia e in quel periodo tenta il suicidio, ma nei primi anni sessanta, in piena rivoluzione sessuale, il suo stile di vita apparve più normale e la pressione su di lei comincia ad attenuarsi.

Nel 1965 appare nel ruolo di sé stessa nel film Erasmo il lentigginoso (Dear Brigitte), a fianco di James Stewart. Nel corso degli anni sessanta, compare in film patinati come Viva Maria! (1969) e muove i primi passi nella musica pop, vivendo fino in fondo il suo ruolo di icona femminile. Nel 1974, appena prima del suo quarantesimo compleanno, Brigitte Bardot annuncia il suo ritiro dalle scene, dopo aver girato più di cinquanta film e inciso diversi album discografici. Nello stesso anno posa nuda sul numero di settembre dell’edizione italiana di Playboy.


Brigitte Bardot nel 1962

A partire dal 1962 Brigitte Bardot inizia ad affiancare alla carriera cinematografica anche quella di cantante, pubblicando svariati singoli e album. Nel 1967 collabora con Serge Gainsbourg il quale scrive per lei alcune canzoni, comprese Bonnie and Clyde, Comic Strip e Je t’aime… moi non plus. Quest’ultimo brano viene scritto da Gainsbourg in una notte assieme a Bonnie and Clyde, per esaudire la richiesta della Bardot che voleva il “la più bella canzone d’amore” che lui potesse immaginare.[1] La canzone viene registrata dai due nell’inverno del 1967, durante la loro breve relazione, e trasmessa solamente una volta da radio Europe 1 suscitando scandalo. Gunter Sachs, a cui giunge voce della cosa, va su tutte le furie e minaccia un’azione legale, cosa che spinge la Bardot a chiedere a Gainsbourg di non pubblicare il brano, che uscirà solamente nel 1986 in una versione remixata. Un anno più tardi la canzone viene nuovamente registrata da Gainsbourg con la sua nuova compagna, Jane Birkin e divenne un censuratissimo successo planetario.


A partire dal 1962, e maggiormente dal suo abbandono del cinema avvenuto nel 1972, la Bardot si afferma come attivista dei diritti degli animali. Nel 1962 interviene in una trasmissione televisiva denunciando i maltrattamenti subiti dagli animali da macello e diviene vegetariana.[2][3] Nel 1986 istituisce la Fondazione Brigitte Bardot per il Benessere e la Protezione degli Animali che finanzia con 3 milioni di franchi raccolti vendendo all’asta i suoi gioielli e altri oggetti personali.[4] È una delle più influenti attiviste dei diritti degli animali, nonché tenace oppositrice al consumo della carne di cavallo.[3]


Nel 1996 pubblica il libro autobiografico Initiales B.B. (il titolo è ispirato all’omonima canzone di Serge Gainsbourg), in Italia pubblicato con il titolo Mi chiamano B.B.[2], in cui racconta la sua vita, la sua carriera di attrice, i suoi amori e il rapporto conflittuale con la stampa da cui si sentiva letteralmente assediata. Nel 2011 B.B. vende il suo nome per una linea di abiti.[5]


La Bardot con Sami Frey, a Saint-Tropez, nel 1963

All’età di sedici anni conosce e inizia una relazione con il regista Roger Vadim, che sposa nel 1952 e con il quale vive una romantica storia d’amore per alcuni anni.[2] Separata da Vadim, nel 1956 inizia una relazione con l’attore Jean-Louis Trintignant.[2] Nello stesso periodo l’attore francese è costretto a svolgere il servizio di leva che complicherà i rapporti tra i due.[2]

La relazione ha termine nel 1957 e nello stesso anno avverrà anche il divorzio da Vadim, in seguito la Bardot ha una relazione segreta prima con il cantante Gilbert Bécaud – che però i due vivono in modo estremamente complicato, vedendosi di nascosto, per evitare lo scandalo, dal momento che Bécaud è sposato e non vuole compromettere il matrimonio – e poi con l’attore Raf Vallone.[2] Nell’estate del 1958 Brigitte Bardot conosce e inizia una relazione con Sacha Distel. La relazione, seguita da vicino dalla stampa scandalistica, frutterà a Distel una grossa pubblicità che contribuirà a lanciarlo nel mondo della canzone.[2]

Durante la lavorazione di Babette va alla guerra, Brigitte Bardot inizia una relazione con l’attore Jacques Charrier, con il quale convola a nuove nozze il 18 giugno 1959 e dal quale ha, nel 1960, il suo unico figlio, Nicolas-Jacques Charrier, che rifiuta inizialmente e con cui ha un rapporto difficile, affidandolo subito a una nutrice.[2] Il matrimonio e la nascita del figlio vengono costantemente seguite dai paparazzi, l’assedio da parte di fotografi e giornalisti avrà ripercussioni anche nella vita privata dell’attrice, e sarà una concausa dei molteplici tentativi di suicidio dell’attrice avvenuti tra la fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta.[2] Durante le riprese del film La verità inizia una relazione con l’attore Sami Frey, in seguito Charrier chiederà il divorzio che avverrà nel1962.[2]

Nel 1966 si risposa con il ricchissimo playboy tedesco Gunter Sachs, matrimonio che avrà termine nel 1969. Prima della fine del suo matrimonio l’attrice ha una intensa relazione con il cantautore Serge Gainsbourg. Successivamente al divorzio da Gunter Sachs, passeranno molti anni prima che contragga un nuovo matrimonio, si sposa infatti per la quarta volta soltanto nel1992 con un esponente politico del Front National, Bernard d’Ormale, con il quale ha indubbiamente vissuto il più duraturo dei suoi matrimoni.

Brigitte Bardot nel 2002.


Brigitte Bardot si è dichiarata essere sempre stata di destra e negli anni sessanta ha votato e sostenuto Charles de Gaulle.[2] Inoltre il suo quarto marito, Bernard d’Ormale, è un attivista delFronte Nazionale.[6] Ma la Bardot ha sempre contestato queste affermazioni:

«Mio marito ha il diritto di pensare come vuole. Ha il diritto di fare ciò che vuole. Non comincerò a dominare le sue opinioni. Io ho le mie, che sono completamente diverse dalle sue. Sono di destra, si sa. Ma non sono del Fronte nazionale, anche se mi si taccia d’essere fascista, nazista, camicia nera…»[7]

Nel 2010 fu vicina alla candidatura alla Presidenza della Repubblica per il movimento Alliance écologiste.[8]


Omosessualità

Nel libro Un grido nel silenzio del 2003 la Bardot depreca i nuovi atteggiamenti di alcuni omosessuali, che ritiene ridicoli e decadenti, definiti “fenomeni da baraccone”[9] In una lettera inviata a una rivista gay francese, la Bardot si difende dalle accuse di omofobia scrivendo che «a parte mio marito, che potrebbe anche diventarlo un giorno, io vivo circondata da omosessuali. Per anni sono stati il mio sostegno, i miei amici, i miei figli adottivi e i miei confidenti»[senza fonte].

Nel 1996 la Bardot ha confessato di aver avuto lei stessa una relazione omosessuale in gioventù.[10] Nel 2013 ha dichiarato di non essere contro i gay e di non voler essere confusa con un’attivista dal nome simile, Frigide Barjot, nota per gli attacchi contro il matrimonio omosessuale.[11]

Antislamismo

Alcune sue opinioni espresse nel libro Un grido nel silenzio, pubblicato nel 2003, relative all’uccisione rituale dei montoni tramite sgozzamento, furono giudicate razziste e offensive verso i musulmani ed è stata pertanto contestata. Nel 2001fu condannata ad una multa equivalente a 4000 euro per “istigazione all’odio e alla violenza razziale” quando in “Una lettera aperta alla mia Francia perduta” pubblicata nel libro Le carrè de Pluton (1999) aveva attaccato l’immigrazione islamica, lo sgozzamento dei montoni per l’Aid el Kebir, oltre al gran numero di moschee esistenti in Francia “mentre i campanili tacciono per mancanza di parroci”. Lo stesso testo, pubblicato su le Figaro il 26 aprile 1997, le era costato altre due multe, equivalenti di 1.500 euro e di circa 3.000 euro.[12]

Il 10 giugno 2004 Brigitte Bardot viene condannata da una corte francese, per “incitamento all’odio razziale”, al pagamento di una multa di € 5.000.[13] Nel 2008 la Bardot viene nuovamente condannata dal giudice Nicolas Bonnal (l’accusa aveva chiesto due mesi di carcere con la condizionale) al pagamento di una multa di 15.000 euro per istigazione all’odio verso la comunità musulmana. In particolare, vengono condannati i passaggi relativi all'”islamizzazione della Francia” e alla “sotterranea e pericolosa penetrazione dell’Islam” (la comunità musulmana francese, con 5 milioni di persone, è la più grande d’Europa).[14] Si tratta della quinta condanna contro la Bardot per le sue opinione sull’Islam.

Le sue opinioni su temi quali l’immigrazione, l’Islam e l’omosessualità hanno fatto discutere la “gauche caviar” francese. Nel maggio 2003 il MRAP (“Mouvement contre le Racisme et pour l’Amitié entre les Peuples” – Movimento contro il Razzismo e per l’Amicizia fra i Popoli) annuncia che citerà in giudizio la Bardot per tali prese di posizione, e una seconda organizzazione, la “Ligue des Droits de l’Homme” (Lega dei Diritti Umani), fa sapere di stare anch’essa valutando la possibilità di azioni legali.

Autobiografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1996 Brigitte Bardot è stata citata in tribunale dall’ex marito Jacques Charrier e dal figlio Nicolas-Jacques a causa di quanto afferma nel libro autobiografico Initiales B.B. a proposito dell’ex coniuge, che descrive come un bruto e alcoolizzato, e del figlio, che avrebbe voluto abortire.[15]

Influenze e omaggi

Statua di Brigitte Bardot diChistina Motta a Buzios

Art

  • La Bardot è stata il soggetto di un dipinto Andy Warhol.
  • In suo onore Christina Motta le ha dedicato una statua, a Buzios.
  • Nel 1970, lo scultore Alain Gourdon si è ispirato a Brigitte Bardot per la realizzazione di un busto di Marianne, l’emblema nazionale francese.

Ferrovia

  • Le locomotive del Gruppo 363 delle Ferrovie Slovene SŽ sono soprannominate “Brižita” in onore di Brigitte Bardot per via del loro frontale sinuoso.
  • Le locomotive ceche e slovacche dei gruppi 749, 751 e 752 sono soprannominate “Bardotka” in onore della attrice francese.

Fumetto

  • Guille (Nando negli adattamenti italiani), il fratellino di Mafalda, la bimba contestatrice creata dal grande fumettista Quino, nutre uno smisurato amore per la Bardot.
  • Il disegnatore Nik Guerra si è ispirato alla Bardot per disegnare alcuni episodi a fumetti della bionda sexy-pistolera Djustine creata da Enrico Teodorani.

Moda e costume

  • Nella moda la scollatura “Bardot” (a collo largo aperto, che espone entrambe le spalle), prende il nome da lei. La Bardot ha reso popolare questo stile, che è usato specialmente per golf lavorati a maglia e maglioni, ma anche per magliette e vestiti.
  • Brigitte Bardot ha portato nella moda anche la pettinatura a “nido d’api”, la cosiddetta choucroute, e gli abiti di percalle, dopo aver indossato un vestito a quadretti rosa, progettato da Jacques Esterel, al suo matrimonio con Charrier.
  • Oltre ad aver reso famoso il bikini, l’ormai comunissimo costume da bagno a due pezzi, Brigitte ha anche fatto conoscere al pubblico le città di Saint-Tropez e Buzios, in Brasile; dopo che lei e il suo fidanzato, il musicista brasiliano Bob Zagury, le avevano visitate nel 1964.
  • La prima mostra ufficiale riguardante il mito Bardot è stata aperta a Boulogne-Billancourt il 29 settembre 2009, il giorno dopo il suo 75º compleanno.[16]

Musica

Dipinto di Brigitte Bardot

  • Nel 1960 Miguel Gustavo dedica all’attrice la celebre canzone Brigitte Bardot cantata da Jorge Veiga (il cui ritornello recita «Brigitte Bardot Bardot/Brigitte beijou beijou», in portoghese «Brigitte Bardot Bardot/Brigitte baciò baciò»), nel 1978 citata all’interno del medley Disco samba del trio belga Two Man Sound.
  • Secondo le note di copertina del suo primo omonimo album del 1962, il musicista Bob Dylan ha dedicato la sua prima canzone proprio a lei, Brigitte; e ha anche menzionato il suo nome nella canzone I Shall Be Free, apparsa sul suo secondo album The Freewheelin’ Bob Dylan del 1963.
  • Nel 1968, all’indomani della loro separazione, Serge Gainsbourg dedica all’attrice francese la canzone Initials B.B., contenuta nell’album omonimo.
  • Nel 2012 il cantautore Franco Ricciardi omaggia Brigitte Bardot con un singolo, contenuto nell’album Autobus.

La Bardot e i Beatles

  • La Bardot era l’idolo dei giovani John Lennon e Paul McCartney, e loro avevano intenzione di girare un film con i Beatles e la Bardot, sullo sfondo un po’ di A Hard Day’s Night, ma poi non se ne è fatto nulla.
  • La prima moglie di John Lennon, Cynthia Powell, nella sua autobiografia A Twist of Lennon ricorda di essersi schiarita i capelli per assomigliare a Brigitte, e che George Harrison faceva paragoni tra Brigitte e la sua prima moglie, la modella Pattie Boyd.
  • John Lennon e la Bardot si sono incontrati di persona una sola volta, nel 1968 presso l’Hotel Mayfair, grazie all’addetto stampa dei Beatles, Derek Taylor; ma John, nervoso, aveva assunto LSD prima di arrivare, e non fece una bella impressione alla star (John, in un libro di memorie, ha ricordato: “ero sotto l’effetto dell’acido, e lei stava uscendo”).

Premi e riconoscimenti

Filmografia

Film e documentari con Brigitte Bardot[modifica | modifica wikitesto]

Discografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Album[modifica | modifica wikitesto]

Singoli[modifica | modifica wikitesto]

 

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Author: redazione